La religiosità o pietà del popolo accetturese è un cattolicesimo popolare intimamente unito ad una cultura conservata in modo assai vivace; é un insieme di valori che rispondono con sapienza cristiana ai grandi interrogativi dell'esistenza umana.
Dall'ascolto attento di preghiere, capitoli di santi e racconti a sfondo religioso si ricavano, senza forzatura, elementi fondanti la religiosità e l'etica accetturese. Numerosissime sono le invocazioni rivolte alla SS.ma Trinità; molto sentita è la devozione alla Madonna, vista come la grande interceditrice, e anche verso san Rocco, sant’Antonio e infine verso il santo Patrono
La festa esteriore in onore del Santo è sempre un momento assai importante per la vita religiosa e sociale del paese. Il fedele gioisce, fa festa perché un suo fratello nella fede ha vissuto la sua vita, in modo eroico, alla luce del Mistero pasquale di Cristo e in Lui il Signore offre un esempio, nella sua intercessione un aiuto, nella comunione un vincolo di amore fraterno.
La festa, specialmente quella verso il santo Patrono, è manifestazione di fede collettiva volta a rinsaldare i legami tra i membri della comunità e a conservarne i valori tradizionali.
Per mezzo della festa esteriore emerge la fede individuale: ogni fedele si accosta al Santo più che in qualsiasi altro giorno o solennità dell’anno liturgico. La festa non va considerata mai come un episodio staccata dalla vita dell’individuo o della comunità: essa è un momento essenziale dell’esistenza umana, un gesto qualificativo collegato sempre alla vita concreta di ogni giorno.
Qualunque sia stato il momento o l’occasione in cui ad Accettura il maggio sia stato cristianizzato, notiamo che quest’incontro ha fatto scomparire gli elementi magici e, conservando i valori buoni che questa festa primitiva aveva per la comunità, li ha rinsaldati con la fede vivace nel santo protettore.
Il valore costitutivo del Maggio di san Giuliano è la sacralizzazione: tutte le azioni della vita ordinaria, il tempo, i luoghi, il lavoro acquistano un solo orientamento: san Giuliano.
La festa partecipa della scansione del tempo qualitativo e corrisponde ad un periodo di intensificazione della vita collettiva; il gruppo rinunzia alla sua attività normale, produttiva e utile e trasforma tutto in sacro.
Il tempo che va dalla domenica dopo Pasqua alla domenica del Corpus Domini acquista una coloritura particolare: il Maggio di san Giuliano.
Anche i luoghi vengono sacralizzati. acquistano aspetti e finalità diversi dalla normalità, i boschi, i tratturi, le vie rotabili, le piazze diventano scenari per un grandioso spettacolo umano e religioso: il Maggio di san Giuliano. Il lavoro, attività normale dell’uomo, acquista un altro significato: non è più attività produttiva ma azione sublimata dalla devozione verso il Santo; un lavoro spontaneo senza rapporti di dipendenza; vari lavori tipici della società contadina sono esercitati quasi solo in occasione di questa festa: il taglialegna, il traversaro (faceva traversine per la ferrovia), il terrazziere (scava profonde buche per gli argani e per il Maggio), i braccianti, i massari, che spesso hanno coppie di buoi solo per usarli in questa occasione.
Anche il lavoro femminile acquista un ruolo particolare: cucinare cibi tradizionali da offrire a tutti, portare in testa le “cente” in modo allegro e leggero, il vestire i bambini da “san Giuliano”.