l Lunedì della festa è un giorno colmo di lavoro per la preparazione del Maggio. Il tronco viene accuratamente levigato; nell’anfiteatro, che viene per un largo tratto estirpato, si innalzano altri due tronchi, le “crocce”, che andranno a costituire l’appoggio per l’innalzamento del Maggio attraverso una grossa ruota, intorno alla quale girerà la corda, lo zogone, che lo tirerà su. Tutti gli uomini del paese, giovani e meno giovani, lavorano instancabilmente. Gli uomini anziani, in disparte, stanno a guardare confrontando il Maggio odierno con quelli degli anni in cui erano loro protagonisti nel rendere perfetto quel tronco, mentre le donne portano cibaria di ogni genere e bevande che offrono a tutti i presenti.
Una piccola processione, nel frattempo, proviene dal monte “Vaudienne”, dove un gruppo di uomini e donne si reca all’alba per prelevare e portare in paese il quadro dei santi Giovanni e Paolo. Sono i santi della pioggia: per questo motivo gli Accetturesi li trattano con cura e li vanno a prendere, affinché partecipino alla festa di San Giuliano, altrimenti, secondo la tradizione, potrebbero adirarsi e vendicarsi con una prolungata siccità. Venditori ambulanti occupano i marciapiedi della strada principale da largo San Vito, dove si lavora per il Maggio, al palazzo Sansone, dove nella giornata precedente è stata provvisoriamente poggiata la Cima.
Verso sera si svolge la processione di san Giulianicchio, una statua che, secondo la religiosità popolare, rappresenterebbe il nipote di San Giuliano. La processione è preceduta da giovani donne che portano sul capo le “cente”, costruzioni piramidali di ceri, ornate di fiori. Di tanto in tanto c’è una sosta in cui il gruppo delle giovani esegue una danza in cerchio, al ritmo di una fisarmonica. Con i loro passi agili e sincronizzati con la musica raffigurano, com’è proprio della concezione primitiva, la delimitazione di uno spazio sacro. Sono sottolineati momenti di una sacralità continua e progressiva, collegata con tutti i riti di primavera, atti rituali e propiziatori che le portatrici di “cente” compiono in convinta armonia e sintonia con la processione delle statue sacre, guidata dal parroco. Terminano così i festeggiamenti della vigilia del grande giorno, in cui il Maggio sarà eretto.