Accettura è un tipico borgo del sud Italia, situato su una collina a 800 metri di altitudine. Dall'alto del centro abitato, si gode di una vista mozzafiato sulla valle del torrente Salandrella e sui rigogliosi boschi di Gallipoli Cognato a nord e di Montepiano a sud.
Il nome del paese ha diverse possibili origini. Secondo alcuni, deriva dal termine latino “accipiter”, che significa sparviero. Altri sostengono che potrebbe provenire da “acceptator”, colui che accetta, o ancora dal simbolo stesso del paese: fino ai primi del ‘900, Accettura era rappresentata da una singola accetta, a cui negli anni ‘20 ne fu aggiunta una seconda, ispirando la denominazione “accepta-aurea”, poi evoluta in “acceptura” e infine Accettura.
Le origini del borgo risalgono all’epoca longobarda, tra il VII e il IX secolo. Nei secoli successivi, il territorio passò sotto il dominio di famiglie nobiliari come i Della Marra, i Ponsiaco, i Colonna e infine gli Spinelli. Tuttavia, queste famiglie risiedevano nei grandi centri urbani, lasciando i loro possedimenti nelle mani di amministratori locali, i cosiddetti “fattori”. Questo spiega l'assenza di sontuosi palazzi nobiliari e castelli nel paese, dove invece i palazzi più imponenti appartenevano a ricchi proprietari terrieri del tardo Settecento, come i De Luca, gli Spagna, gli Amodio e i Nota.
Un itinerario di visita parte dalla centrale Piazza del Popolo, dove si affacciano eleganti palazzi signorili. Da qui, si può intraprendere una passeggiata che si snoda tra i vicoli del quartiere storico “Scarrone”, cuore antico di Accettura. Lungo “Via Circolo Garibaldi” si arriva alla Chiesa dell'Annunziata, ricostruzione barocca di un edificio preesistente, la cui facciata è adornata da un’incantevole maiolica raffigurante l’Annunciazione del XIX secolo. Nella parte alta del borgo si trova la maestosa Chiesa Madre di San Nicola, risalente al XVI secolo, dove è custodito un crocifisso del 1492.
Proseguendo, si raggiunge la Chiesa di Sant'Antonio Abate, un tempo parte di un complesso conventuale francescano fondato nel 1585. Sebbene oggi il convento sia stato inglobato nelle abitazioni circostanti, i documenti storici testimoniano la sua esistenza e raccontano la vita dei sei frati e dei numerosi “faresi” che vi risiedevano fino all’abbandono definitivo nel 1860.
Un altro punto d’interesse è il Municipio, le cui pareti sono decorate con affreschi che ritraggono le scene della celebre festa del “Maggio”. A pochi passi, nel “Largo San Vito”, ogni anno si conclude questa affascinante celebrazione in onore di San Giuliano Martire, che anima il paese con tradizioni secolari e un'atmosfera di festa unica nel suo genere.