la domenica al Maggio

Domenica 8 giugno 2025

Il silenzio della domenica mattina nel Bosco di Montepiano viene spezzato d’improvviso da urla di incitamento e dal rumore ritmico degli zoccoli:  i buoi, spinti dai maggiaioli, iniziano a muoversi. Accoppiati e legati sotto un giogo tradizionale,  trainano il Maggio — un massiccio tronco di cerro lungo oltre trenta metri, insieme a Croccia e Spond, altri cerri funzionali all’innalzamento. Sono guidati da giovani pastori e uomini più anziani che, talvolta in equilibrio precario sul grande tronco, si lasciano trascinare verso il paese, seguiti dallo sguardo ammirato della folla. Un corteo imponente, formato da circa cinquanta coppie di buoi, animali che vengono allevati appositamente per l’occasione, sostenuti economicamente dalle famiglie dei maggiaioli. Il cammino è rapido, ma non mancano le pause, durante le quali i bovari intonano canti tradizionali, magari accompagnati dal suono delle zampogne o degli organetti. 

foto di Giuseppe Ventura

La sosta più lunga avviene intorno all’ora di pranzo, verso le 13:30, quando, dopo la messa celebrata nel bosco , si dà il via a un banchetto all’aperto. Le ceste si aprono e rivelano un trionfo di piatti della tradizione, come la pastorale. Intanto, i buoi si riposano, stanchi dopo la fatica del trasporto: alcuni si accovacciano sull’erba, altri brucano foglie fresche dalle querce. Dopo il meritato riposo, il corteo riprende il cammino verso Accettura. Prima di entrare in paese, si compie un passaggio cruciale: Maggio, Crocce e Spond vengono girati. Fino a quel momento, i tronchi erano trainati con la parte più stretta in avanti. Ora, una rotazione completa porta la base, u cppon, in testa, preparando i tronchi per le fasi finali del rito e per il loro ingresso trionfale in paese. Questa rotazione, tanto necessaria quanto complessa, richiede forza, attenzione e una perfetta coordinazione tra i partecipanti, diventando così un momento spettacolare.

foto di Giovanni Lancillotto

Nel tardo pomeriggio, il Maggio fa il suo ingresso nel borgo, scendendo da una ripida discesa. È un passaggio emozionante e al tempo stesso delicato: il peso imponente e la lunghezza del tronco generano un forte effetto leva, rendendo ogni movimento una sfida. Il tronco, infatti, tende a scivolare, e solo l’abilità e la sinergia dei partecipanti permettono di superare questa fase senza intoppi. In paese, ad attenderlo, una folla festante pronta a celebrare i maggiaioli. Quindi, in piazzetta Bronzini, il Maggio incontra la Cima, e la celebrazione raggiunge il suo apice. Quella della domenica sera è una sorta di promessa solenne tra il Maggio e la Cima, un preludio al grande evento che avverrà nei giorni successivi, quando i due alberi, dopo un’accurata lavorazione, verranno finalmente uniti.

foto di Gerardo Sicuro

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