Principessa Maori

Nel 1996, una principessa Maori giunse ad Accettura, attirata dalla notizia del culto dell’albero celebrato durante la festa del Maggio. Il suo interesse non era dettato da mera curiosità, ma da un profondo legame culturale: nelle comunità Maori, infatti, il culto dell’albero e della Natura riveste un significato spirituale e simbolico di grande rilevanza. La principessa seguì con partecipazione attiva i tre giorni della festa, immergendosi appieno nei suoi rituali. La domenica del Maggio si unì ai Cimaioli fin dalla partenza per Gallipoli e visse l’intera giornata come una di loro, integrandosi nei vari momenti del processo festivo. Durante l’abbattimento della cima, il trasporto e le pause rituali, la sua voce risuonava con canti e melodie evocative. Le modalità e i momenti in cui intonava i suoi canti trasmettevano un’intensa partecipazione emotiva: erano inni alla vita e alla Natura, ma anche un compianto per l’albero, abbattuto e strappato dal suo habitat naturale. La principessa, inoltre, contribuì fisicamente al trasporto dell’albero, sottolineando ulteriormente il suo coinvolgimento.

Foto di Vito Falcone

In un incontro organizzato nella sala del Comune, la principessa condivise con gli accetturesi i costumi e le tradizioni del suo popolo. Parlò con passione della venerazione Maori per gli alberi, considerati doni preziosi della Natura e amici fraterni dell’uomo. Raccontò una tradizione particolarmente significativa: ogni bambino, alla nascita, riceve in dono un albero che diventa il suo compagno per tutta la vita, un simbolo del legame indissolubile tra l’uomo e il mondo naturale. L’esperienza della principessa Maori ad Accettura non solo arricchì la festa con un tocco di universalità, ma sottolineò come il culto dell’albero, pur declinato in forme diverse, rappresenti un elemento comune a molte culture, capace di unire popoli lontani in una visione condivisa di rispetto e armonia con la Natura.

foto di Vito Falcone