San Giuliano
San Giuliano, giovane cristiano originario della Dalmazia, visse sotto l’imperatore Antonino Pio (138-161 d.C.). Convertitosi al cristianesimo, fu catturato nei pressi di Sora durante un pellegrinaggio verso la tomba dei Santi Pietro e Paolo. Dopo vari interrogatori e torture inflitte dal proconsole Flaviano, tra cui la flagellazione e l’uso dell’aculeo, Giuliano resistette, sostenuto dalla fede. Quando il tempio della dea Serapide crollò improvvisamente, molti attribuirono l’evento alla sua determinazione. Tuttavia, Giuliano fu decapitato presso i ruderi del tempio. Era il 27 gennaio dell’anno 161. Le sue reliquie furono inizialmente conservate nelle catacombe di Sora. Nel 1612, le reliquie furono ritrovate nel luogo del martirio e trasferite nella Chiesa di Santo Spirito a Sora il 6 aprile 1614, grazie alla duchessa Costanza Sforza Boncompagni. Da qui il culto di San Giuliano si diffuse, giungendo ad Accettura nel 1725, quando il santo divenne protettore del paese.

Reliquiario a busto
Nel 1744, la visita pastorale di Mons. Zavarrone documentò l’esistenza di una statua lignea del santo, un altare a lui dedicato e una reliquia custodita in una teca argentata, elementi che testimoniavano una crescente devozione. Già in quel periodo si celebrava una festa esterna in onore del protettore, gestita da un procuratore nominato pubblicamente. Nel 1796, Mons. Fortunato Pinto, durante una visita pastorale, riscontrò l’assenza di una pergamena che attestasse l’autenticità della reliquia. In risposta, l’arciprete Giuseppe Nicola Spagna si attivò per ottenerla, inviando un sacerdote a Sora. Grazie a Fra Berardino Cifuni, cappellano regio di Sora e già legato ad Accettura, l’autentica fu rilasciata il 29 aprile 1797. Questo documento rafforzò la devozione e trasformò la festa di San Giuliano in un simbolo di rivincita verso lo scetticismo del vescovo.
L’arrivo della reliquia autenticata coincise con la festa dell’albero, celebrata in primavera, probabilmente durante l’Ascensione (25 maggio) o la Pentecoste (4 giugno), unendo definitivamente il culto del Protettore al rito del Maggio. Il Maggio di Accettura, una celebrazione legata alla fertilità e alla natura, trovò così un nuovo significato, intrecciandosi con la festa religiosa. La celebrazione vede l’innalzamento di un grande albero, simbolo di vita e rigenerazione, trasportato da una comunità che collabora per rendere omaggio al santo. Durante il Centenario del 1897, questa fusione tra culto religioso e tradizione pagana fu ribadita, consolidando l’identità culturale di Accettura e rafforzando il legame tra San Giuliano e il rito dell’albero.

Foto di Giovanni Lancillotto