La Cima: un agrifoglio

L’agrifoglio appare frequentemente anche nell’araldica (civica) non compare tanto come pianta, ma quasi sempre solo come foglia; la sua presenza simboleggia la perseveranza e la previdenza. Oggi, questa pianta è annoverata fra le specie protette in quasi tutte le regioni d’Italia. Questo perché in più parti vi è la tradizione di regalare un rametto di Agrifoglio durante le feste e questo mette in pericolo la specie per cui vi è la necessità di proteggerlo o limitarne fortemente la raccolta. Non è accertato se gli antichi conoscessero gli usi medicinali della pianta, benché crescesse sia nel bacino del Mediterraneo che nell’Europa centro meridionale, comunque tutte le parti di questa pianta venivano usate in dendroterapia poiché conosciuta da tutte le popolazioni rurali.Di fatto venivano attribuite all’agrifoglio proprietà sudorifere e antireumatiche.

Proprio con il decotto di foglie (fresche o secche) si otteneva l’esaltazione delle proprietà febbrifughe e toniche; tutto questo grazie alla presenza di alcaloidi e tannini che risiedono generalmente nelle foglie e nella corteccia, fanno abbassare la temperatura corporea spesso attraverso l’aumento della sudorazione, e per questo venivano usate per curare quelle febbri malariche, chiamate anche febbri intermittenti e quasi tutte le forme reumatiche. Con le radici (pestate in acqua) si preparavano cataplasmi da applicare sulle lussazioni articolari o sugli ascessi nonché su quelle parti del corpo ritenute malate di artrosi. La parte tossica della pianta è indicata proprio nelle bacche, queste, se ingerite, provocano gravi irritazioni allo stomaco con conseguente vomito e scariche di diarrea piuttosto violente.

La corteccia veniva utilizzata per fare la pània, sostanza collosa usata in passato da alcune persone che praticavano l’uccellagione2 che consisteva nel catturare tutti i piccoli volatili. Per preparare la pània si separava la corteccia (detta tecnicamente “scorza”) dallo strato interno e quello esterno per pestarla nel mortaio e farlo bollire in acqua per alcune ore. Al prodotto finale, sempre per rendere la sostanza ancora più viscosa, si doveva aggiungere del vischio e lasciato fermentare per tre settimane.

Il preparato veniva poi spalmato sulle parti dove questi uccelli si dovevano posare, quali bastoncini di legno, o parti piuttosto piane adatte allo scopo. Per evitare che il preparato si seccasse veniva poi conservato al riparo dell’aria e del calore per riutilizzarlo successivamente. Questa pratica è attualmente vietata in tutto il territorio nazionale dall’articolo 3 della Legge n. 157 del 1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) il quale recita: È vietata in tutto il territorio nazionale ogni forma di uccellagione e di cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati.

Nelle Americhe cresce un arbusto sempreverde, molto simile al nostro più comune Agrifoglio. Questa è una pianta tipica dell’America meridionale, e si sviluppa in particolar modo nelle regioni centromeridionali del Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, da cui la stessa denominazione botanica; infatti il suo nome scientifico è proprio Ilex paraguariensis meglio conosciuto con il nome di Matè.

Della pianta si utilizzano le foglie che una volta essiccate o leggermente torrefatte, viene preparato l’infuso omonimo ricco di caffeina e molto usato nell’America del Sud quasi simile al tè. Questa bevanda tipica chiamata appunto “Tè del Paraguay”, o “Tè dei Gesuiti”, proprio perché grazie a loro si deve la diffusione in Europa della pianta. Qualcuno attribuisce a questa bevanda proprietà diuretiche, digestive, e stimolanti del sistema nervoso e dell’apparato muscolare nonché proprietà farmacologiche; e riportare oggi le virtù del Matè legate alla caffeina è certamente improprio. Comunque non esiste alcun dato sulle proprietà cardiotoniche, analettiche o lipolitiche degli infusi o estratti di Matè ne esistono studi appropriati in tal senso.

Ultima curiosità: in Francia l’Agrifoglio lo chiamano houx. In Spagna assume il nome di cebo. In terra tedesca viene nominato steckpalme. Nei paesi anglosassoni il suo nome ha un significato tipico, di fatto Agrifoglio corrisponde ad “Holly”.

Nel sud–ovest degli U.S.A., nello stato della California, precisamente a Los Angeles, vi è una collina famosa meglio conosciuta come Hollywood, che tradotto letteralmente significa “bosco di Agrifoglio” (wood = “bosco”). Non è un comune a sé stante, ma un distretto della città di Los Angeles, anche se la popolazione ivi residente è stimata intorno ai 250–300.000 unità. È la zona dove hanno scelto di vivere i VIP del mondo.

Chissà se in passato, vi era forse proprio lì, un Bosco di Agrifogli?

 

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