Folco Quilici

“riconoscersi in un ruolo, in una comunità, in una tradizione. Sentirsi parte attiva di un sistema comprensibile di rapporti umani. Questi sono alcuni dei significati che mantengono ancora in vita il folklore”

Lo scorso 24 febbraio è scomparso Folco Quilici, l'ultimo dei grandi documentaristi italiani.

Così lo ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Scompare una figura di intellettuale moderno che ha saputo dare alle immagini il senso profondo della narrazione del nostro pianeta - si legge nel messaggio del capo dello Stato - La duplice dimensione che ha saputo offrire nelle sue opere, con una asciutta e ricca documentazione di sapore antropologico e con quella legata, invece, alla vita degli animali, ci ha proposto letture dei territori, a partire da quello marino, di una originalità insuperata, aprendoci a mondi e civiltà sino ad allora solo fantasticate dal grande pubblico. Il contributo dato ha rappresentato un passo decisivo nella crescita di una educazione e di una cultura ambientalista".

Scrittore, naturalista e divulgatore, uno dei più influenti pensatori al mondo (come riconobbe Forbes nel 2006) in tema di ambiente e culture, Folco Quilici è ricordato per i suoi tanti film pluripremiati dedicati al rapporto tra uomo e mare. Nel 1971 uno dei suoi documentari della serie L'Italia vista dal cielo"Toscana" gli è valsa una candidatura agli Oscar. Con "Oceano" si era aggiudicato il Davide di Donatello.


Dal 1984 al 1989 ha curato la rubrica "Geo" di Rai3, poi è stato conduttore per il canale MarcoPolo di un diario di viaggi e avventure, collaborava con serie televisive. E lavorava con storici, antropologi, archeologi. Per i tredici film della serie "Mediterraneo" e gli otto di "L'Uomo Europeo" Quilici ha avuto a fianco lo storico Fernand Braudel e l'antropologo Levi Strauss. Ha viaggiato senza mai fermarsi per tutta la vita: dalle immersioni in Liguria alle Cinque Terre a Punta della Gatta riadattando una maschera antigas passando per le riprese di «Sesto Continente», il primo film al mondo in cui si offrivano documenti a colori sulla vita sotto la superficie del mare, fino ai tanti progetti realizzati.

Ad Accettura ha prodotto, con la regia di Carlo Alberto Pinelli e la consulenza di Vittorio Lanternari un documentario nel 1971.

Si legge nella descrizione: "Accettura, Lucania, festa di S. Giuliano. Due gruppi di contadini attendono, per tre giorni, ai preparativi del “matrimonio tra alberi”: il maggio, l’elemento maschile trasportato con l’impiego di una decina di coppie di buoi e la cima, l’elemento femminile “preparato” dai cimaioli. Quando il rito, a cui un tempo si attribuiva un valore magico e che oggi e’parte integrante del folklore locale, si conclude in paese inizia la festa. Il maggio, unito in matrimonio alla cima, diviene l’albero della cuccagna a cui sparano massari e cimaioli. Zizillone, l’unico contadino in grado di scalare l’enorme albero, è l’eroe della festa."

 

 


- -